Cause di carenza marziale
Ferro e Donna
La carenza di ferro è una costante minaccia nella sfera femminile, ma la classica terapia marziale è gravosa, mentre le soluzioni dietetiche sono piuttosto inefficaci ...fino ad ora

L’anemia collegata alla condizione femminile è la più diffusa, sebbene scarsamente considerata quale emergenza clinica.

GRAVIDANZA
Il fenomeno dell’aumentata domanda è implicito della gravidanza, dove servono da 1 a 6 mg in più al giorno (~1 g totale) per sostenere la crescita ottimale del nascituro. Si tratta di un tipico caso di elevato utilizzo del ferro difficilmente, o non sempre compensabile dal semplice assorbimento con la dieta.
Dopo il parto il ferro si rivela fondamentale nello sviluppo della funzione muscolare nel bambino, in grado di assorbire più facilmente il minerale dal latte materno rispetto ad altre fonti. L’anemia da carenza di ferro è comune nell’allattamento soprattutto se preceduto dall’anemia in gravidanza.
Visto che il latte materno fornisce tutto il ferro al bambino fino allo svezzamento, è fondamentale controbilanciare l’anemia del puerperio per prevenire eventuali deficit di crescita del bambino.

MESTRUAZIONI ABBONDANTI E/O IRREGOLARI E ALTRI DISTURBI GENITALI
Le perdite cicliche da mestruazioni sono l’altra costante della donna in età fertile. Mediamente il sangue contiene 0,5 mg/ml di ferro. Quindi nei casi fisiologici sono sottratti oltre 10 mg di ferro al giorno.
Nelle mestruazioni abbondanti, denominate menorragia, si perdono fino a 40 mg di ferro/die. Un’enormità.
Il sanguinamento raggiunge livelli esasperati per alterata omeostasi coagulativa e riparativa epiteliale cioè quando si superano i 60 mg di ferro persi giornalmente.
Ciò si verifica nell’ipermenorrea, nella metrorrea (sanguinamento infra-ciclo), nell’endometriosi e in patologie genitali quali polipi uterini, miomi, ecc..
Sideremie di varia natura
Condizioni coinvolte nella carenza di ferro, in particolare
malattie gastroenterologiche classiche e neoplastica, nefro- e cardiopatie

INSUFFICIENZA RENALE
Una condizione particolare perché la ridotta eritropoiesi si collega al deficit di eritropoietina, EPO, ormone sintetizzato dal rene.
La carenza di EPO e perciò di globuli rossi nel nefropatico si associa alla scarsità di ferro, a sua volta fattore limitante la sintesi di emoglobina.
Ciò ha varie concause: i sanguinamenti gastrointestinali aggravati da alterazione piastrinica, le perdite di sangue per ripetuti prelievi, la ritenzione durante la dialisi.


PAZIENTE GASTROINTESTINALE
Spesso coinvolto nell’anemia, per forme emorragiche croniche tipo colite ulcerosa o morbo di Chron; o causata da parassitosi, ipocloridria, gastrite atrofica, celiachia, resezione gastrica o intestinale. L’eziologia infiammatoria si sovrappone sanguinamento e/o malassorbimento, concomitanza di cause che esaspera la carenza marziale.
La dieta carnivora, non compensa le perdite ematiche perché associate a ridotta capacità di assorbimento. Il ferro orale è invece controindicato nel gastroleso: come gettare benzina sul fuoco! L’aumento dei livelli di ferro ha difatti effetti infiammatorio-ulcerativi e aumenta la permeabilità intestinale, con esposizione a infezioni enterali e altro.

CANCRO COLORETTALE
Dove il ferro in transito agisce da promotore di stress ossidativo e mutageno.
Due terzi dei soggetti con neoplasia intestinale sviluppano anemia ferropriva per la perfida combinazione dei fattori infiammatori, di malassorbimento e sanguinamento. Il ferro orale è più che mai sconsigliato: non farebbe che alimentare i processi metastatici diretti e indiretti.

INSUFFICIENZA CARDIACA
Prevale la cascata di effetti infiammatori sistemici i quali attivano l’epcidina, con conseguente degradazione della ferroportina e diminuzione dell’assorbimento duodenale del ferro.